CUNEO e Eccidio di BOVES (per non dimenticare)

23/03/2024

 

A Cuneo, sul lato ovest di Piazza Galimberti sorge palazzo Osasco dove, al secondo piano del numero 6, si trova la casa privata e lo studio professionale di Tancredi Galimberti senior e, più tardi, di Tancredi Galimberti junior detto Duccio.

In queste stanze hanno vissuto l’Eroe nazionale della Resistenza antifascista, Duccio Galimberti, e il fratello Carlo Enrico. Entrambi erano convinti antifascisti ma attesero la morte del padre prima di prendere parte attivamente alla Resistenza.

Per volontà testamentaria di Carlo Enrico, nel 1974 l’intera proprietà passa al Comune di Cuneo, con il vincolo di farne un luogo di cultura e istruzione aperto alla popolazione.

Il nucleo famigliare fu composto da Tancredi Galimberti, brillante avvocato e politico (ministro delle Poste e telegrafi durante il governo Zanardelli e Senatore del Regno fascista nel 1929), e dalla moglie Alice Schanzer, donna colta di origini viennesi, studiosa di letteratura inglese e amante delle arti. Ebbero due figli: Tancredi Jr (per tutti Duccio) e Carlo Enrico.

Al piano terra aveva sede la tipografia che dava alle stampe La Sentinella della Alpi, testata giornalistica di cui era titolare Bartolomeo, padre di Tancredi.

Alle pareti dello studio molti oggetti ci fanno comprendere i valori culturali e sociali della famiglia: gli ideali risorgimentali, rappresentati da Mazzini e Garibaldi, e quelli di liberté, égalité, fraternité della Rivoluzione e Repubblica francese. Inoltre si comprende come i fratelli abbiano avuto un ruolo attivo nella Resistenza: il brevetto di partigiani assegnati ai fratelli, la Legione d’Onore, e la medaglia d'oro al Valore Militare, conferiti a Duccio.

Fu proprio in questo luogo che il 26 luglio del 1943 si ritrovarono Duccio e i suoi amici, poco prima del famoso discorso che egli tenne dal balcone di casa ad una piazza piena di gente in festa. Le sagome oggi allestite sulla terrazza rievocano proprio questo momento storico: Duccio richiama alla realtà la folla, perché la guerra non sarà finita fino alla cacciata degli invasori e dei fascisti. Si tratta della nascita del movimento resistenziale. Proprio questo passaggio saliente del discorso di Duccio è rievocato nella lapide posta all’esterno del pilastro dei portici. Dopo il discorso, con la sua banda “Italia Libera”, Duccio prese la via delle montagne. Nel corso del 1944 si occupò delle formazioni Giustizia e Libertà sul territorio piemontese, fino alla morte. Dopo essere stato catturato e torturato, fu barbaramente ucciso. Era il 3 dicembre 1944. Già l’anno successivo – subito dopo la Liberazione - gli venne dedicata la grande piazza cittadina e nel 1948 fu proclamato eroe nazionale dal C.L.N.

La casa è ricca di capolavori di pittura e scultura: si tratta della più grande raccolta di arte moderna in città, promossa da privati ma diventata poi patrimonio pubblico grazie alla volontà di Carlo Enrico. Fu soprattutto Alice a seguire gli acquisti e le committenze, intrattenendo stretti rapporti epistolari con gli artisti, che spesso divennero amici della famiglia. Tra questi uno dei più seguiti fu il pittore saluzzese Matteo Olivero, esponente del divisionismo, di cui possiamo ammirare il cupo Autoritratto al chiaro di luna, diversi paesaggi e una veduta della Spinetta. Altre suggestive immagini di Cuneo si devono a Lorenzo Delleani, che ricevette dallo stesso Tancredi indicazioni per dipingere il quadro dalla prospettiva più gradita. Nella collezione, oltre ad opere del periodo Barocco e ai ritratti dei membri della famiglia, spicca una preziosa tela di Gaetano Previati. Anche nel campo della scultura i Galimberti mostrarono attaccamento agli ideali patriottici e gusti raffinati. I ritratti dei padri del Risorgimento popolano le stanze e colpisce in modo particolare il busto di Garibaldi, replica in terracotta dell’originale in bronzo oggi posto all’imbocco del Viale degli Angeli. A questo filone più solenne se ne affianca uno più leggero, come dimostrano il delizioso gruppo di bimbi de Il segreto di Giovanni Prini o la sensuale danzatrice Lady Constance Stewart-Richardson. La casa non custodisce solamente dipinti e sculture, ma anche libri e documenti: degni di nota sono infatti la grande biblioteca composta da 27 mila volumi e l’archivio; oggi per legato testamentario sono a disposizione degli studiosi.

Le immagini di BOVES sono visibili nella FOTOGALLERY

 

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